Ci sono svariate motivazioni che spingono a richiedere un test di paternità. La più comune è quella di confermare il fatto che una persona sia il padre oppure no di un bambino, in particolare quando la paternità è contesa. Tuttavia le dispute sulla paternità non sono l’unica ragione per fare richiesta di un test di paternità: ci sono infatti casi in cui il padre non mette in discussione la paternità, ma sono comunque necessarie delle prove per questioni legali.

Ci sono anche delle procedure legali che devono essere messe in atto nel caso in cui i risultati debbano essere utilizzati in corte di giudizio. Se è necessario un test per la propria tranquillità, come nel caso in cui una persona abbia ragione di dubitare della paternità di un figlio o di una figlia e vuole essere rassicurato, tutto quello che serve è fornire i rispettivi campioni al laboratorio di analisi e aspettare i risultati.

Tuttavia, se è necessaria la conferma della paternità per questioni legali, la procedura è più complessa e i campioni devono essere raccolti da una persona autorizzata come un dottore o un’altra figura professionale legittimata e i campioni devono essere analizzati in un laboratorio accreditato.

I tamponi orali (prelevati dalle guance) sono generalmente dei campioni accettati sia per test legali che per test personali, ma i soggetti interessati devono comunque fornire la prova della propria identità. Esistono varie ragioni possibili che portano alla necessità di eseguire un test di paternità e tra queste sono incluse le seguenti:

1.  Facciamo l’esempio che una persona subisca una causa per il riconoscimento di paternità per il mantenimento di un presunto figlio di cui può o non può essere a conoscenza. Qualche volta può capitare che la madre abbia già un’altra relazione, ma sostiene che non sia quest’ultimo il padre del bambino (è possibile ovviamente anche che la madre non abbia una nuova relazione), in entrambi i casi comunque si può contestare la paternità e richiedere un test del DNA per confermare o smentire la rivendicazione della madre.

2.  Un’altra situazione potrebbe coinvolgere questioni ereditarie, come nel caso in cui un presunto  figlio si presenti improvvisamente a rivendicare la propria parte di una consistente eredità. Tali rivendicazioni non sono sempre false, ma molte purtroppo lo sono e non c’è altra soluzione che fare un test di paternità per confrontare il DNA del figlio con quello del presunto padre. La stessa cosa ovviamente vale se la rivendicazione fosse rivolta al lascito della madre, visto che il test del DNA non è una prerogativa maschile.

Un’altra situazione dove è coinvolta la legge patrimoniale è quella in cui la richiesta di una fetta di eredità ha origine dai presunti genitori dopo la morte di un figlio o di una figlia facoltosi: non sono solo i genitori a lasciare un’eredità contesa.

3.  Un figlio potrebbe voler trovare il proprio padre biologico, nel caso ad esempio di un divorzio dove il bambino è stato affidato alla madre, nel caso di una adozione o più raramente, nel caso di nascita con fecondazione artificiale da donatore ignoto. Quest’ultima ipotesi potrebbe coinvolgere questioni legali riguardanti l’anonimato del donatore, ma non sempre è così.

La situazione dei donatori è complessa: mentre qualcuno sostiene che il fatto di aver donato il seme non implica l’impegno di diventare padre, persiste il problema morale e legale di coppie sposate che potrebbero condividere lo stesso padre biologico e che di conseguenza potrebbero condividere illegalmente la stessa origine genetica senza saperlo. Il test del DNA è in questi casi una soluzione.

4. I gemelli presentano problemi specifici, infatti, il test di paternità su ciascun gemello può determinare se hanno il padre in comune, ma un resoconto completo del test di paternità è necessario per stabilire chi sia il padre. Non solo, non è infatti possibile stabilire con certezza che i gemelli abbiano lo stesso padre biologico. Una coppia di gemelli su 12 nel mondo ha padri differenti. Infatti può accadere che siano rilasciati due ovuli diversi durante l’ovulazione e che siano fecondati da due uomini diversi. In questo caso è necessario il test per ciascun gemello e per il padre e se non hanno lo stesso fattore genetico, sarebbe meglio fare un test di maternità per assicurarsi che non ci sia stato uno scambio di culle alla nascita.

I gemelli omozigoti avendo lo stesso corredo genetico, hanno necessariamente lo stesso padre. Anche in questo caso, tuttavia è sempre più sicuro fare il test del DNA, perché i gemelli che si assomigliano, ma non sono identici, possono avere comunque padri diversi.

Un’ulteriore problema per i gemelli omozigoti si pone perché essendo il loro DNA identico, non si può provare quale tra due gemelli sia il padre di un bambino conteso.

Anche richieste di assicurazione sociale possono avere bisogno di prove di paternità attraverso il test del DNA se il padre è deceduto. In questi casi i campioni devono essere ottenuti se possibile dall’ispettore medico o dall’agenzia di pompe funebri. Senza queste prove si devono ricercare altri mezzi per convincere la corte della paternità.

Ci sono, quindi, molte ragioni per fare un test del DNA e il suo numero di usi è ancora maggiore, essendo considerato dalla maggior parte dei giudici, una prova legale di parentela con una percentuale di validità del 99.9%.