Nel Gennaio 2013, in seguito ad una segnalazione anonima, le autorità competenti irlandesi hanno fatto eseguire test del DNA ed hanno accertato la presenza di carne di cavallo su campioni prelevati da hamburger di manzo in vendita in alcuni supermercati.
Paradossalmente, tutto è iniziato in una nazione dove il cavallo è considerato un animale nobile ed il solo pensiero di mangiarne la carne è un sacrilegio.
Successivamente, lo scandalo della carne equina ha investito il resto del continente europeo,con accuse reciproche tra i vari paesi.
La carne di cavallo, d’altro canto, non è nociva per la salute dell’uomo ed in Italia, ad esempio, viene regolarmente consumata. Il rischio può venire dalla probabile immissione sul mercato di carne proveniente da cavalli da corsa successivamente macellati.
La carne, in tal caso, potrebbe contenere farmaci quali, ad esempio, il fenilbutazone, un antiinfiammatorio non steroideo che, nell’uomo, potrebbe causare l’insorgenza di anemia aplastica. Quindi, nella catena alimentare ci sono molte lacune: non è sempre possibile sapere dove i cavalli sono stati macellati perché non è obbligatoria, a differenza dei bovini e degli ovini, la loro marchiatura.
Per tale motivo,nel Febbraio 2013, la Commissione Europea per la Salute ha disposto,per gli Stati dell’Unione Europea, l’esecuzione di test del DNA per accertare la presenza di carne equina in prodotti alimentari che dovrebbero contenere solamente carne di manzo (lasagne, ravioli, tortellini, hamburger…….)
Test del DNA
La metodica più usata al momento attuale è la PCR Real-time detta anche PCR quantitativa in tempo reale (rtq-PCR).Consiste nell’amplificazione e quantificazione simultanea del DNA mitocondriale della specie Equus Caballus (il cavallo).
Il DNA è amplificato, con reazione a catena,da un enzima, la DNA polimerasi, e,successivamente, svelato e quantificato a mezzo fluorescenza.
La sensibilità di tale metodica è superiore al 95% perché può essere accertata la presenza negli alimenti di 1-2 cellule muscolari di cavallo.
Test del fenilbutazone:
La presenza di residui del fenilbutazone (noto anche con il nome di “bute”) in un campione di carne equina viene svelata tramite una tecnica messa a punto dallo scienziato statunitense John Fenn. Mediante HPLC/MS (Cromatografía líquida de alta eficacia o acronimo inglese: High Performance Liquid Chromatografy / spettrometria di massa) il farmaco eventualmente presente nella carne equina viene separato e svelato con lo spettrometro di massa.