Il test di paternità del DNA è una forma di scienza medica sottovalutata e trascurata, spesso usata nei programmi televisivi per mostrare un episodio d’audizione di custodia. Tuttavia, la scienza alla base della procedura è a dir poco sorprendente se vista da una diversa angolazione. Questa sofisticata procedura scientifica può essere una manna dal cielo per chi ha dubbi sulle proprie responsabilità genitoriali. L’impatto che un test di paternità del DNA può fornire ha plasmato la vita delle persone in modo migliore sapendo che hanno la piena verità al loro fianco. Ma come siamo arrivati scientificamente a questo punto? Cosa ha reso il test di paternità del DNA eccezionale come lo è ora?
Anni Venti
La scienza per determinare l’origine genitoriale di una persona iniziò nei primi anni ’20, passando prima da un’analisi del gruppo sanguigno, una procedura medica in cui il gruppo sanguigno dei figli veniva esaminato per vedere se corrispondeva a quello del padre. I 4 gruppi sanguigni distinti che venivano esaminati erano A, AB, 0 e B.
Gli scienziati affermavano che, essendo i gruppi sanguigni ereditati dai genitori, un bambino senza corrispondenze sia dal padre che dalla madre implicava che il presunto padre non fosse biologicamente connesso al bambino. Questo metodo, tuttavia, non dava del tutto la prova della paternità, ma poteva essere usato per determinare la legittimità del padre.
Anni Sessanta
Durante gli anni ’60, il mondo della scienza è incappato in una grande scoperta, vale a dire quella del DNA che si integra con il DNA del genitore. Questo ha causato un enorme cambiamento nell’esecuzione dei test di paternità.
Gli scienziati hanno soprannominato questa procedura “tipizzazione HLA” (antigene leucocitario umano). Questo test di paternità confronta le impronte genetiche dei globuli bianchi del presunto padre e del bambino. Una grande corrispondenza può arrivare fino all’80% e può determinare quasi perfettamente la relazione di un genitore con un bambino. Tuttavia, è stato dimostrato che il test di tipizzazione HLA non può distinguere le impronte genetiche tra 2 individui strettamente imparentati.
Circa 10 anni dopo, negli anni ’70, il progresso della tecnologia e della ricerca ha migliorato l’accuratezza dei test con un margine significativo grazie all’inclusione del primo isolamento enzimatico di restrizione.
Anni Novanta
I tempi sono cambiati arrivando ad una precisione quasi perfetta nei test di paternità grazie alle importanti scoperte sotto forma di PCR, altrimenti noto come “reazione a catena della polimerasi”. Una volta scoperto, questo metodo si è fatto strada nella medicina moderna per la prima volta attorno agli anni ’90 ed è un metodo affidabile ed accurato effettuato dai professionisti anche oggi.
La scoperta è stata identificata per la prima volta quando uno scienziato ha deciso che la procedura di tipizzazione HLA era troppo inefficace nei test di paternità. I campioni di DNA erano troppo piccoli da rendere impossibile trovare una soluzione efficace per migliorare l’accuratezza dei test di paternità, quindi è stato realizzato lo sviluppo di una tecnica in grado di duplicare artificialmente le aree mirate (i loci) del DNA in provetta per ingrandire un codice genetico specifico senza contaminare il campione. Questa azione ha portato gli scienziati a nominare ufficialmente la procedura Reazione a Catena della Polimerasi, oppure PCR.
Questa tecnica è ampiamente usata da molti laboratori per i test di paternità e test di maternità. Una volta estratto il DNA dal campione originale, sarà esposto a diverse sostanze chimiche come primer (DNA sintetico con etichette per fiancheggiare le regioni necessarie), blocchi di DNA A, T, C e G ed enzimi per garantire la duplicazione stabilizzata del DNA durante l’intera procedura.
DDC usa questo particolare metodo nel suo test di paternità col DNA testando 21 loci specifici. Viene usato un termociclatore per riscaldare e raffreddare il DNA velocemente per replicare rapidamente e facilmente il campione di DNA. In un campione vengono eseguiti più di 28 cicli di riscaldamento e raffreddamento per produrre più di un milione di copie per filamento di DNA. Tutto questo viene fatto sia con il DNA del bambino che del padre e poi si passa al confronto per trovare un’eventuale corrispondenza, fornendo un risultato accurato della relazione genitoriale tra padre e bambino.
Altri miglioramenti nella tecnologia hanno evoluto il test di paternità fino a raggiungere un livello di accuratezza del 99% ed è possibile eseguire un test di paternità senza il padre usando i fratelli oppure i genitori al posto suo.
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